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L’infarto nelle donne: cosa c’è da sapere su sintomi e diagnosi

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
L’infarto nelle donne: cosa c’è da sapere su sintomi e diagnosi

La mortalità per patologie cardiovascolari oggi è più alta nelle donne: in Italia si attesa infatti al 48,4% rispetto al 38,7% degli uomini (Fonte: Ministero della Salute). In particolare, l’infarto del miocardio rappresenta la prima causa di morte della donna in tutti i Paesi industrializzati. Eppure spesso la patologia cardiaca femminile rimane sconosciuta: non si riesce ad arrivare subito ad una diagnosi certa,  sia per la difficoltà di interpretare i sintomi sia per le differenti caratteristiche del corpo femminile.

Va detto che, come per gli uomini, anche per le pazienti donne esistono fattori di rischio per lo sviluppo delle malattie cardiovascolari, quali diabete, ipertensione arteriosa, colesterolo, fumo e menopausa. A questi si aggiungono inoltre fattori psicosociali che rendono il cuore femminile più debole. Le condizioni economiche e lo status sociale – se non appaganti - possono rappresentare un terreno fertile per l’insorgenza di disturbi psicologici che abbassano il livello di sopravvivenza dell’universo femminile rispetto a quello maschile.

La sintomatologia dell’infarto può presentare delle differenze nella donna. Uno dei campanelli d’allarme è un dolore localizzato non al petto ma all’addome, o nella zona interscapolare che però può essere facilmente confuso con un problema muscolare. Esistono anche casi asintomatici in cui le pazienti manifestano ansia, nervosismo oppure astenia.

I sintomi dunque non sono sempre decifrabili e questo è il motivo per cui le donne arrivano tardi al pronto soccorso e non vengono sottoposte per tempo a coronarografia o angioplastica, a seconda del quadro clinico.
 
Diagnosticare patologie cardiovascolari di fatto è più complesso nelle donne, anche per un aspetto puramente anatomico: le strutture coronariche delle donne sono più piccole così come lo è il cuore. Questo spesso può compromettere la buona riuscita dell’indagine diagnostica che
perciò non è sempre immediata e di facile realizzazione. In linea di massima nella donna sono preferibili i test di imaging con stress farmacologico, in quanto contribuiscono a rendere più rintracciabile i disturbi al cuore.
 
È quindi fondamentale implementare conoscenza e prevenzione delle patologie cardiovascolari sia dei medici che dei pazienti. Da un lato, l’ attenzione alla donna deve essere ancora più alta e, dall’altro, la prevenzione puntuale e costante attraverso uno stile di vita sano, sia che si tratti di donne che non hanno ancora manifestato problematiche cardiovascolari sia di donne che hanno avuto già l’infarto e quindi necessitano di controlli ed esami specialistici.

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