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Quali patologie è possibile curare oggi con un approccio ibrido?

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
Quali patologie è possibile curare oggi con un approccio ibrido?

Oggi le discipline mediche collaborano sempre più tra di loro e operano assieme per raggiungere risultati migliori. Gli interventi al cuore sono un esempio attuale di questa integrazione, che prende il nome di chirurgia ibrida, specie nel trattamento di determinate patologie altamente complesse. Per ogni paziente si valuta la metodologia migliore per intervenire in base alle sue condizioni e viene poi gestito direttamente da un team di medici.

L’approccio ibrido combina i vantaggi della mini-invasività con quelli dell’ accuratezza dell’intervento chirurgico in un unico atto terapeutico. Questo permette di ridurre il trauma chirurgico ed i rischi legati all’intervento, ma soprattutto migliorare la qualità di vita condizioni di vita dei pazienti. Ciò è reso possibile dalla disponibilità delle più avanzate tecnologie nel contesto operatorio.

Vengono trattate così patologie cardiovascolari che richiedono la condivisione delle procedure e degli approcci multidisciplinari, il cosiddetto ‘hybrid thinking’, con strategie sofisticate e personalizzate sui pazienti. La sfida attuale consiste nell’ applicare tali strategie ad esempio in interventi di  rivascolarizzazione miocardica: oggi è possibile ad esempio eseguire bypass aortocoronarici a cuore battente in associazione ad angioplastiche coronariche e/o stenting carotideo.

Altri approcci ibridi vengono applicati per la chiusura dei difetti interventricolari. L'approccio ibrido consiste nella chiusura del difetto attraverso sternotomia mediana, ma senza l'uso di bypass cardiopolmonare, impiantando un device attraverso il ventricolo destro, sotto guida ecocardiografica. Mediante l’approccio ibrido, inoltre, possono essere effettuate procedure di angioplastica e di impianto di device nei rami polmonari, in situazione di accesso difficile o impossibile.

Con la metodica si possono curare anche gli aneurismi dell’arco aortico: la procedura ibrida evita la circolazione extra-corporea, l’arresto di circolo e l’ipotermia e va a trattare l’aneurisma posizionando delle endoprotesi nell’arco aortico e applicando un bypass tra l’aorta ascendente ed i tronchi sopra-aortici.
Le patologie del cuore affrontate in questa modalità sono ancora limitate in numero ma saranno sempre più importanti.  L’approccio ibrido è una nuova filosofia che sfrutta le tecnologie che vengono integrate a vantaggio del paziente. E’ un nuovo modo di lavorare in cui specialità diverse collaborano assieme per ottenere i benefici di entrambe le procedure, quella tradizionale e quella meno invasiva.
 

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