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Le nuove tecniche di protezione del cuore per la sicurezza del paziente cardiochirurgico

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
Le nuove tecniche di protezione del cuore per la sicurezza del paziente cardiochirurgico

Ogni cuore è diverso dall’altro, in forma, peso e metabolismo. In base a questi fattori - durante un intervento di correzione cardiochirurgica per patologie valvolari e dei grossi vasi, patologie congenite e/o malattia coronarica - è necessaria una protezione specifica del cuore, o meglio sartoriale sul paziente, per favorire una migliore ripresa post operatoria e ridurre il rischio di eventuali complicanze, prima fra tutti l’ischemia.
 
Questo è possibile con una nuova metodica che abbina alla mininvasività della chirurgia anche la mininvasività della circolazione extracorporea, con una maggiore facilità di esecuzione dell’intervento, una riduzione dei tempi operatori e una migliore ripresa per il paziente.
 
Lo abbiamo dimostrato con un uno studio realizzato dall’heart team di Anthea Hospital con il Servizio di Perfusione cardiovascolare – giudicato come il lavoro più innovativo dell’anno, dalla commissione del Congresso Europeo Fecect, (12-14 giugno Salerno), meeting internazionale sulle tecniche di circolazione extracorporea.
 
La nuova strategia di circolazione extracorporea per la protezione miocardica viene così predisposta sulla massa e sui tessuti del cuore, studiati in precedenza con la ecocardiografia attraverso la quale riusciamo a conoscere prima dell’intervento le caratteristiche fisiche e metaboliche del cuore del paziente.
 
I vantaggi per i pazienti sono significativi a partire dalla riduzione del rischio di sofferenza miocardica per ischemia fino alla migliore ripresa di contrattilità del cuore. Questo significa che con la nuova metodica è possibile ridurre anche il supporto farmacologico dopo l’intervento. Lo studio intende essere il primo di una serie di altri lavori scientifici finalizzati a certificare questi risultati e a rendere l’intervento al cuore sempre più sicuro, più rapido e più efficace.
 
 

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