La chirurgia per
riparare la
valvola mitrale implica per l’operatore una grande manualità e una forma di autocontrollo, oltre che una preparazione personale. Se gli approcci chirurgici sono basati su
gesti asciutti, lineari e facilmente ripetibili, si possono ottenere risultati efficaci e duraturi nel tempo a vantaggio dei pazienti. Lo abbiamo dimostrato di recente elaborando uno studio (“A simplifield technique for complex mitral valve regurgitation via Minimally invasive approach”) pubblicato su una importante
rivista scientifica The Annals of Thoracic Surgery – dal quale è emerso che tecniche standardizzate e semplificate permettono di riparare la valvola mitrale con tecniche mininvasive e che tale metodologia comporta vantaggi nel tempo.
Nel nostro Centro –
Anthea Hospital - abbiamo studiato e trattato
140 pazienti affetti da insufficienza mitralica severa complessa, una forma rara di insufficienza mitralica, in cui la valvola del cuore non si chiude più correttamente e parte del sangue pompato dal ventricolo sinistro refluisce nell’atrio sinistro anziché andare in aorta e presenta lesioni multiple, ad esempio l’alterazione di tutti e due i lembi (anteriore e posteriore) o è affetta da altre problematiche, come la malattia di Barlow, che comportano la insufficienza, quindi la perdita della continenza mitralica.
Le tecniche tradizionali di riparazione chirurgica in questi casi specifici possono esporre i pazienti a dei rischi e soprattutto comportare
rigurgito mitralico e/o una tenuta non prolungata della valvola negli anni. Per questo abbiamo aggiornato il nostro approccio chirurgico per il trattamento della malattia mitralica complessa, semplificandolo e standardizzandolo con nuove metodiche mininvasive.
Abbiamo esaminato i risultati a breve e medio termine inclusi i dati ecocardiografici di follow up e abbiamo verificato che la riparazione della valvola mitrale è stata eseguita con successo senza rigurgito mitralico in tutti i pazienti.
Nessun decesso è stato segnalato ad un follow-up di 32 mesi, a dimostrazione del fatto che bisogna indirizzare i pazienti verso Centri di chirurgia riparativa mitralica di riferimento con alti volumi, per seguire il percorso terapeutico più idoneo e più efficace.