Il
prolasso mitralico è una
anomalia “benigna” della
valvola mitrale che si presenta con i
lembi più elastici e ridondanti rispetto ad una condizione normale. Non sempre il prolasso è associato ad una
insufficienza valvolare tanto da richiedere una
terapia farmacologica e/ o chirurgica. Tuttavia eseguendo un
ecocardiogramma periodico è possibile ridurre la probabilità di sviluppare eventuali complicazioni associate a questa condizione.
I lembi della valvola mitrale hanno una funzione molto importante in quanto si aprono e si chiudono per facilitare la
circolazione del sangue dal cuore verso gli organi principali. In presenza di prolasso si verifica una alterazione dei due lembi mitralici, che vengono sorretti come un paracadute da corde tendinee collegate ai muscoli papillari che si trovano all’interno del ventricolo sinistro.
Il difetto congenito non si manifesta con una
sintomatologia ben precisa: anzi è
silente e questo spiega perché la
diagnosi spesso avviene in modo occasionale. Il primo riscontro è di solito associato alla auscultazione cardiaca durante la quale si manifesta un rumore - una sorta di “click” - seguito da un soffio. Può seguire su richiesta dello specialista la necessità di un ecocardiogramma, l’esame più indicato per accertare e/o escludere la presenza della anomalia che non dà segnali.
I controlli periodici consentono di verificare se il prolasso della valvola mitrale si associa nel tempo ad altre
patologie cardiache come l’
insufficienza mitralica e l’
endocardite batterica, una forma di
infiammazione delle strutture del cuore causata da agenti patogeni come
parassiti, batteri o funghi. In caso di endocardite potrebbe essere necessaria una terapia antiobiotica, valutata sempre con l’aiuto di uno specialista in base alle condizioni cliniche del paziente.
In generale il
prolasso mitralico di per sé non richiede alcun trattamento terapeutico né intervento chirurgico, ma necessita di un monitoraggio ecocardiografico nel tempo che possa prevenire e/o rallentare l’insorgenza di altre problematiche che possono alterare la corretta funzione delle valvole cardiache e di conseguenza il buon funzionamento del cuore.