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Quali doti e capacità deve avere oggi un cardiochirurgo per riparare una valvola mitrale?

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
Quali doti e capacità deve avere oggi un cardiochirurgo per riparare una valvola mitrale?

In occasione del primo corso di formazione di Mitral Academy – tenutosi a Roma il 5 e il 6 giugno scorsi – ho avuto modo di incontrare tanti giovani cardiochirurghi che stanno per intraprendere la carriera in sala operatoria e che si stanno affacciando per la prima volta al mondo della chirurgia mitralica.

A loro, insieme ad altri illustri docenti che hanno tenuto le lezioni del corso, ho spiegato quanto è importante la formazione per raggiungere traguardi di successo in questo mestiere. Ho raccontato la mia esperienza: io ho sempre voluto fare il cardiochirurgo, e sono stato sempre affascinato in modo particolare dalla chirurgia mitralica. E’ un ambito che mi ha appassionato fin dall’inizio, perché ritengo che questa chirurgia abbia una componente più creativa rispetto ad altre. Nella mia carriera non ho mai operato ad esempio una valvola mitrale che fosse uguale ad un’altra, ogni caso è stato diverso e quindi sempre una sfida complessa, in cui misurarsi.

Il focus del primo corso di Mitral Academy ha riguardato la riparazione mininvasiva della valvola mitrale, una procedura di alta complessità che ha bisogno di tanta esperienza e di tanti interventi per essere acquisita in modo corretto. Personalmente ho provato tante tecniche per arrivare poi ad avere successo nella riparazione. E’ un importante obiettivo da raggiungere in quanto, se il chirurgo riesce a riparare la valvola, il paziente vive di più e meglio che se il chirurgo la sostituisce. La differenza tra una metodica e l’altra non va sottovalutata perché cambia davvero la vita delle persone.

Oggi in Italia ci sono pochi chirurghi riparatori e il tasso di chirurgia ripartiva della valvola mitrale è piuttosto basso, tanto che la maggior parte delle operazioni vengono fatte in open, ossia in stereotomia. Non solo. Siamo abituati a considerare i cardiochirurghi capaci di intervenire in ogni settore e invece  all’interno di ogni equipe si dovrebbe individuare un chirurgo mitralico al quale affidare la maggior parte della casistica in modo tale che sia formato e capace di riparare al meglio la valvola.

La chirurgia mitralica implica una grande manualità e una forma di autocontrollo, oltre che una preparazione personale. Il consiglio che mi sento di dare ai giovani cardiochirurghi è quello di accettare di semplificarsi, in quanto le cose troppo complesse funzionano meno bene.  Sono preferibili gesti asciutti, lineari e facilmente ripetibili, per avere risultati efficaci e duraturi nel tempo.

Io ho fatto un percorso, in cui lo studio, la formazione e l’esperienza insegnano che tutte le valvole sono riparabili e tutte le valvole si possono riparare con tecnica mininvasiva. Non bisogna mai perdere di vista l’obiettivo finale del nostro mestiere: ottimizzare la terapia e migliorare la qualità di vita del pazienti.

Infine vorrei ringraziare tutte le persone che hanno partecipato al primo corso della nostra Accademia con l’auspicio che in futuro ci possano essere nuovi incontri e nuovi appuntamenti con la formazione.
 

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