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Chirurgia mitralica: i traguardi raggiunti nel 2018 e le prospettive future

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
Chirurgia mitralica: i traguardi raggiunti nel 2018 e le prospettive future

Nel corso del 2018 nel nostro Centro – Anthea Hospital - sono stati raggiunti importanti traguardi nel perfezionamento e nella evoluzione delle tecniche applicate alla chirurgia mitralica. Alla base delle innovazioni c’è stata una intensa attività di ricerca e studio, tanto importante da conquistare la copertina di Annals of Thoracic Surgery, la rivista scientifica di cardiochirurgia più autorevole a livello internazionale. Nell’ultimo anno passi in avanti sono stati compiuti anche nella formazione degli esperti che ha trovato massima espressione nell’edizione 2018 del Mics, congresso biennale della Mitral Academy, associazione culturale dedicata ad individuare la best practice della chirurgia mitralica e a definire le linee di sviluppo dei prossimi dieci anni.
 
Grandi progressi sono stati raggiunti nella chirurgia conservativa della valvola mitrale, in concomitanza con l’incidenza della patologia mitralica che è aumentata molto rispetto alla patologia della valvola aortica. La patologia mitralica è cambiata rispetto a 40 anni fa, quando era legata principalmente alla malattia reumatica e alla stenosi della valvola stessa che ha lasciato il posto alla insufficienza mitralica. La maggiore diffusione di insufficienza mitralica ha fatto sì che nascesse un grande interesse della cardiochirurgia e della cardiologia interventistica attorno alla valvola mitrale e che si sviluppassero tecniche di chirurgia mininvasiva.

Abbiamo studiato e trattato 140 pazienti affetti da insufficienza mitralica severa complessa, una forma rara di insufficienza mitralica, in cui la valvola del cuore non si chiude più correttamente e parte del sangue pompato dal ventricolo sinistro refluisce nell’atrio sinistro anziché andare in aorta e presenta lesioni multiple, ad esempio l’alterazione di tutti e due i lembi (anteriore e posteriore) o è affetta da altre problematiche, come la malattia di Barlow, che comportano la insufficienza, quindi la perdita della continenza mitralica.
 
Le tecniche tradizionali di riparazione chirurgica in questi casi specifici possono esporre i pazienti a dei rischi e soprattutto comportare rigurgito mitralico e/o una tenuta non prolungata della valvola negli anni. Per questo abbiamo aggiornato il nostro approccio chirurgico per il trattamento della malattia mitralica complessa, semplificandolo e standardizzandolo con nuove metodiche mininvasive.
Se gli approcci chirurgici sono basati su gesti asciutti, lineari e facilmente ripetibili, si possono ottenere risultati efficaci e duraturi nel tempo a vantaggio dei pazienti, come dimostrato nello studio (“A simplifield technique for complex mitral valve regurgitation via Minimally invasive approach”) pubblicato su The Annals of Thoracic Surgery – dal quale è emerso che tale metodologia comporta vantaggi nel tempo.

Uno dei successi nella chirurgia mitralica è il tasso di riparazione, su cui si è incentrata l'edizione 2018 del Mics. Molto si chiedono se è possibile il connubio della riparazione con la tecnica mininvasiva. Sì, è possibile. Nei centri di eccellenza si possono avere un tasso elevato di riparazione accanto ad un tasso di chirurgia mininvasiva altrettanto elevato. E’ stato dimostrato da tantissimi studi che i pazienti che ricevono una riparazione e non una sostituzione della valvola ammalata di insufficienza mitralica vivono meglio e più a lungo. Questo impone che riparare è un dovere, cambia la vita dei pazienti e migliora la loro qualità di vita.
 
 

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