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Alimentazione, pietra miliare della prevenzione per le malattie cardiovascolari

A cura di:
Coordinatore nazionale della Cardiochirurgia di GVM Care & Research. Cardiochirurgo Specializzato nel trattamento Cardiochirurgico Mininvasivo e Nanoinvasivo della valvola mitrale.
Alimentazione, pietra miliare della prevenzione per le malattie cardiovascolari

 
Le abitudini alimentari influenzano il rischio cardiovascolare. Con le festività natalizie alle porte che comporteranno inevitabilmente per l’organismo un maggiore apporto di cibo e calorie, può essere utile raccomandare una sana alimentazione, in quanto costituisce – come dettato dalle più recenti Linee Guida - la pietra miliare per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ecco quali sono le caratteristiche che deve avere una sana alimentazione con i relativi quantitativi giornalieri per tutti i soggetti: meno di 5 g di sale al giorno; 40-45 g di fibre, preferibilmente da prodotti integrali; 200 g di frutta (2-3 porzioni); 200 g di verdura (2-3 porzioni); pesce 1-2 volte alla settimana; 30 g di noci non salate. Deve invece essere assolutamente scoraggiato il consumo di bevande zuccherate e alcoliche.
 
Le sostanze rilevanti per le patologie del cuore sono rappresentate da: acidi grassi, minerali, vitamine e fibre. E’ stato provato da un punto di vista scientifico che il rischio di cardiopatia coronarica diminuisce del 2-3% quando l’1% dell’introito energetico di acidi grassi saturi (contenuti per lo più nei cibi di origine animale)  viene sostituito con gli acidi grassi polinsaturi. I pericoli per la salute di cuore e arterie si riducono anche quando l’apporto di acidi grassi saturi sia sostituito con carboidrati o acidi grassi monoinsaturi (molto più salutari, come l’olio di oliva).
 
Diversi studi hanno dimostrato che il consumo di frutta e verdura esercita un effetto protettivo nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, tanto da ridurre la mortalità del 4% per ogni porzione aggiuntiva di frutta (pari a 77 g) e verdura (pari a 80 g) al giorno. Effetti molto positivi li esercita anche il pesce grazie al suo elevato contenuto di acidi grassi omega-3. Il consumo di almeno una porzione di pesce alla settimana determina una riduzione del rischio cardiovascolare del 16%. Lo stesso vale per le fibre in grado di ridurre i livelli della glicemia e del colesterolo totale.
 
Va invece bandito il consumo regolare di bevande zuccherate, associato al sovrappeso, allo sviluppo di sindrome metabolica e al diabete mellito di tipo 2. Le bibite zuccherate provocano un aumento di peso anche nei soggetti adulti ed un loro consumo regolare (2 volte al giorno) è risultato associato ad un aumento del rischio cardiovascolare del 35% nelle donne. Secondo le raccomandazioni dell’OMS, l’introito giornaliero di zuccheri non deve superare il 10% delle calorie totali, compresi gli zuccheri aggiunti e quelli presenti nella frutta e nei succhi di frutta.
 
Il miglior indice predittore di rischio cardiovascolare è il BMI (body mass index), indice di massa corporea che valuta il rischio di malattia utilizzando l’altezza e il peso del soggetto in esame. La quantità e la distribuzione del grasso corporeo sono entrambe importanti, in quanto l’accumulo di gasso a livello dell’addome comporta un maggior rischio rispetto al grasso sottocutaneo.
I valori di riferimento dell’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) hanno stabilito che negli uomini una circonferenza vita minore di 94 non è preoccupante, tra 94 e 102 merita attenzione, mentre oltre 102 evidenzia un rischio e deve comportare una perdita di peso. Nelle donne invece una circonferenza vita che va oltre 88 rappresenta un rischio cardio-metabolico,  tra 80 e 88 accende un campanello d’allarme,  al di sotto di 80 non crea problemi. 
 
Il modello alimentare consigliato per tutti i pazienti è la dieta mediterranea che racchiude molti dei nutrienti e degli alimenti raccomandati nelle Linee guida di prevenzione sul rischio cardiovascolare: un elevato introito di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, pesce ed acidi grassi insaturi (in particolare olio di oliva), nonché un consumo moderato di alcool (prevalentemente vino da assumere preferibilmente durante i pasti) e un ridotto consumo di carne (rossa), latticini ed acidi grassi saturi. Una maggiore aderenza alla dieta mediterranea è associata infatti ad una riduzione dell’incidenza di malattia cardiovascolare e della mortalità del 10%. 
 

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