Sono un cardiochirurgo specializzato nel trattamento minivasivo delle patologie valvolari. Ho affinato in particolare la mia esperienza nella
riparazione mininvasiva della valvola mitrale, un apparato del cuore che, se non funziona correttamente, può comportare serie conseguenze per la salute del paziente.
L’insufficienza mitralica è oggi la patologia che più spesso interessa la valvola mitrale e che richiede un intervento chirurgico
nei pazienti tra i 40 e i 60 anni che ne sono colpiti. Si tratta di un disturbo del cuore ancora misconosciuto per certi versi: ecco perchè ritengo sia utile conoscere meglio questa patologia, a partire dalle cause che la possono scatenare.
L’ insufficienza mitralica è solitamente dovuta ad una
degenerazione dei lembi valvolari e delle
corde tendinee che, analogamente a quelle di un paracadute, tengono i due lembi nella posizione corretta per una tenuta perfetta. Se le corde si allungano, si rompono o se l’anello della valvola si dilata, il sangue in parte refluisce e torna indietro nell’atrio ad ogni contrazione del cuore (sistole).
Le
cause di insufficienza mitralica sono certamente diverse. Se si verifica nei
soggetti giovani, la causa di insufficienza è dovuta alla
lassità del tessuto connettivo elastico della valvola: tale lassità o ridondanza determina un irregolare allungamento della corde tendinee e dei lembi valvolari che determinano una cattiva ‘tenuta’ e chiusura della valvola, ossia il
prolasso della valvola mitrale.
Negli anziani invece si parla di
degenerazione fibro-elastica: in questa circostanza vi è un assottigliamento dei lembi e delle corde che ne determinano il mal-funzionamento.
Vi sono, ovviamente,
altre cause di
insufficienza mitralica. La
cardiopatia ischemica, infatti
può determinare insufficienza. E ciò avviene mediante due meccanismi principali. Uno è
l’infarto del miocardio che può provocare la rottura dei muscoli a cui sono attaccate le corde tendinee, così da causare insufficienza della valvola mitralica. L’altro è la dilatazione nel tempo del ventricolo, a seguito di
ischemia cronica (riduzione dell’apporto del flusso di sangue al ventricolo). Tale dilatazione porta poi ad un ‘allungamento’ dell’anulus mitralico e quindi ad una mancata coaptazione dei lembi mitralici. Quest’ultimo quadro molto frequente specialmente nei soggetti anziani prende il nome di insufficienza mitralica funzionale.
L’ischemia miocardica è dunque una possibile causa di insufficienza mitralica sia acuta che cronica per rottura o disfunzione di un muscolo papillare. Anche
l’endocardite batterica specie nei pazienti giovani può essere responsabile di insufficienza valvolare, sia mediante perforazione che lacerazione delle cuspidi.
Alcune cardiomiopatie primitive, come ad esempio la
cardiomiopatia dilatativa o la
cardiomiopatia ipertrofica possono provocare insufficienza mitralica poichè lo stiramento dell’apparato sottovalvolare può portare ad una imperfetta coaptazione dei lembi o ad un prolasso degli stessi nella cavità atriale durante la fase sistolica.
Il cardiologo si accorge dell’alterazione della valvola anche con una semplice visita eseguita con lo
stetoscopio. Per un approfondimento diagnostico, l’
ecocardiografia è di sicuro lo strumento più indicato per individuare l’anomalia e valutare nello stesso tempo la sua entità.
La
diagnosi precoce è fondamentale per indirizzare il paziente e dare eventuali indicazioni di un intervento chirurgico.